APE, attestato di prestazione energetica
L‘aspetto fondamentale, deve essere il fatto che a rilasciare l’APE, attestato di prestazione energetica e ad effettuare i relativi controlli debba essere un ente indipendente, al di sopra delle parti rispetto al Committente, al Progettista e al Costruttore, solo così infatti si può dare la garanzia che il progetto e soprattutto il cantiere vengano adeguatamente controllati senza che ci siano conflitti di interesse o facili “aggiustamenti”.
L’Attestato e la Targhetta energetica, da affiggere di fianco all’ingresso della casa, testimoni della qualità raggiunta, devono essere rilasciati alla fine del processo, non devono essere riferiti a un progetto su carta, ma alla costruzione effettivamente realizzata e verificata.
Questo modello, dove applicato, è stato in grado di conquistare la fiducia dei committenti e degli addetti ai lavori in quanto si crea uno scenario in cui tutti alla fine possono ritenersi soddisfatti: l’utente finale perchè vive in una casa a basso fabbisogno energetico ed alto benessere abitativo, il progettista e il costruttore perchè possono offrire un prodotto di qualità elevata, l’ambiente perchè risulta tutelato da abitazioni che consumando pochissima energia emettono quantità molto ridotta di CO2 nell’atmosfera evitando di contribuire al pericoloso effetto serra.
Un’abitazione, per raggiungere la Classe A4 o i parametri previsti per gli edifici nZeb, deve ridurre al minimo le perdite energetiche attraverso l’involucro esterno (pareti, finestre, tetto, pavimento) e cercare di massimizzare gli apporti energetici gratuiti (solare, geotermico, ventilazione ecc…). Il principio fondamentale è puntare prima di tutto sull’isolamento termico dell’involucro, questo per ridurre al minimo (tendere ad azzerare) il fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento dell’edificio, tenendo presente il principio che “l’energia più conveniente economicamente è quella non consumata”.

Una volta realizzato questo involucro “contenitore”, se questo è realizzato secondo certi criteri avrà bisogno di pochissima energia per essere riscaldato o raffrescato.
Successivamente possiamo passare a considerare l’impianto appropriato, si scoprirà allora che saranno sufficienti pochi Kwh di potenza per i generatori, in certi casi, come per le Case Passive o Edifici nZEB, si potrà addirittura fare a meno della caldaia o del riscaldamento tradizionale in quanto il calore fornito dai raggi solari e dagli apporti interni è sufficiente a riscaldare con certi accorgimenti questo tipo di alloggi.
Una casa di Classe A4, che avrà raggiunto tale traguardo grazie alla qualità del suo involucro e secondo il calcolo del fabbisogno energetico di questo, renderà possibile impiegare in modo efficace ed economicamente vantaggioso tutte le soluzioni impiantistiche come le basse temperature dell’acqua circolante nell’impianto, il solare, la geotermia o altri tipi di fonti energetiche rinnovabili integrabili nell’impianto di riscaldamento o di raffrescamento, realizzando ulteriori risparmi.
Facendo i conti, ci sarà una spesa iniziale maggiore di costruzione di circa il 5-10% rispetto ad una costruzione normale, questo extracosto però si potrà recuperare nel giro di pochi anni attraverso il risparmio sulle bollette, dopo questo periodo iniziale di “ammortamento” sarà poi tutto guadagno.
In questa analisi vanno inoltre considerati due aspetti non secondari: il primo è che si potrà avere il piacere di abitare in un ambiente caratterizzato da elevato benessere, il secondo è che il valore economico di questo tipo di abitazioni tenderà a crescere notevolmente nel tempo.
Oltre al fatto di rientrare in un’opportuna Classe energetica: nZeb, A4, B è importante che sia garantita anche una precisa qualità edilizia. Chi sceglie questo modo di costruire infatti deve rispettare alcune regole costruttive, eliminare tutti i ponti termici e usare certi spessori e certi tipi di materiali per l’isolamento termico.
Si sta andando verso un nuovo modo di concepire le abitazioni, le quali, se costruite opportunamente saranno in grado di produrre più energia addirittura di quella che consumeranno, rendendo possibile venderne in rete l’eccedenza.
Il capitolo “energia” può essere trasformato di fatto da problema a risorsa da valorizzare, esso può essere visto non più solo come costo da sostenere bensì come opportunità di investimento, per cui tanto più ridotta sarà la quota parte di energia auto consumata tanto maggiore risulterà quella in esubero che, in un prossimo futuro, si potrà vendere, almeno questo è quello che auspichiamo.
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